Sprolico

Parole, opere e genti nel Veneto di Ruzante.

Parlando di Veneto del’500 vogliamo rendere omaggio a un’epoca nella quale forte era la consapevolezza in chi ci viveva di stare in “un gran bel territorio”, unico, per certi versi, nella nostra penisola: el Pavan, territorio veneziano, teatro di quella grande cultura sociale, politica ed economica che Venezia ha rappresentato; el pavan, terra di contrasti e di contraddizioni, terra ricca che conosce la miseria, terra di nobili e di contadini, di ignoranti arricchiti e di poveri geni; terra fertile e generosa e insieme difficile e dura, terra di conquista e spesso di confine. 

Terra di uomini e di donne che si incontrano e si scontrano: tra discussioni sulla lingua, confronti sull’amore e scaramucce su come farsi intendere da un pubblico, un gruppo di guitti tra scherzi, lazzi e musiche conduce il pubblico in un viaggio nel tempo e nello spazio; le lingue si mescolano, non c’è più solo il pavano, il latino, arriva anche il bergamasco e il fiorentinesco, si avvicina inesorabile la Commedia dell’Arte. 

Questo monologo, è un omaggio a Ruzante, il più grande cantore di questo “mondo perduto” ma che ancora sopravvive tra le pieghe della nostra epoca apparentemente così diversa; vuole ricordare anche tutti coloro ai quali lui si ispirò e quanti s’ispirarono a lui.

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